giovedì 29 gennaio 2015

"A VOLTE RITORNANO"....IL CONSIGLIO DELLA SETTIMANA

COLPA DELLE STELLE



Data di Uscita: 4 settembre 2014
Genere: drammatico
Regista: Josh Boone
Attori: Shailene Woodley, Ansel Elgort, Laura Dern, Sam Trammell, Nat Wolff
Durata: 125 min

Hazel e Augustus: sono questi i nomi dei due protagonisti del film Colpa delle Stelle. Dal titolo potrebbe sembrare una storia d’amore per ragazzi simile a quella del noto libro Tre metri sopra il cielo ma ha una particolarità che li dissocia: una malattia.
La storia racconta della giovane Hazel Grace affetta da vari tumori disseminati fra la tiroide e i polmoni. Per cercarla di fare socializzare con il mondo esterno la madre la porta a degli incontri per persone malate di cancro, proprio come lei. È qui che la ragazza incontra l’amore della sua vita: Augustus Waters, 18enne, con una gamba artificiale dovuta a un incontro ravvicinato con il cancro osseo.
I due si piacciono fin da subito e dopo una serie di lunghi sguardi cominciano a frequentarsi. La loro amicizia diventerà amore ma purtroppo il destino riserverà alla giovane coppia altre “sorprese”.
Il film, tratto dal best seller di John Green, non cade nella banalità del genere filmico del teenager cancer romance, ovvero la storia d’amore tra teenager malati anche se, alcune parti del lungometraggio, sono strappalacrime.
Anche se, da un certo momento in poi, le figure genitoriali sono messe ai margini della storia, esse ci fanno capire il dolore e la forza che una madre e un padre devono sostenere per combattere tutti i giorni una battaglia ignota.
Lo sguardo di Hazel e il sorriso di Augustus sono gli elementi principali della pellicola: lei intelligente e sensibile; lui impacciato e spaccone. Dietro il loro coraggio, però, si cela l’ansia e l’angoscia che prima o poi tutto questo finirà. I loro dubbi e le loro insicurezze escono nelle parti più delicate del film e ci rendono partecipi delle loro emozioni scoprendo una sorta di empatia tra i due protagonisti e tra loro e il pubblico.
Grazie al regista Josh Boone, Colpa delle Stelle rimane aderente alla parola scritta del libro, anche se alcune scene sono state velocizzate per evitare un’eccessiva pesantezza (visto che già la storia in sé non è leggera). Un buon metodo di adattamento.
La storia d’amore più “malata” dell’anno ci trasmette una grande verità: cercare di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno (anche se a volte è vuoto).
La pellicola, costata 12 milioni di dollari, ne ha incassati 300 nel mondo ed è stata la più twittata del 2014.

Celebre la frase di chiusura che riassume tutta l’opera cinematografica: “Non puoi scegliere di non soffrire a questo mondo, perciò puoi scegliere per chi soffrire…e a me piace la mia scelta”.
Amarsi pur sapendo di dover provare dolore. Inevitabilmente.
Voto: 9.





NOTTE AL MUSEO - IL SEGRETO DEL FARAONE




Data di uscita: 28 gennaio 2015
Genere: avventura, commedia, family
Regia: Shawn Levy
Attori: Ben Stiller, Rebel Wilson, Robin Williams, Rami Malek, Owen Wilson, Dan Stevens, Dick Van Dyke, Ben Kingsley, Rachael Harris, Skyler Gisondo, Mickey Rooney, Patrick Gallagher
Durata: 97 min

La storia la conosciamo già: personaggi inanimati all’interno di un museo che prendono vita tutte le notti grazie a una tavola magica ritrovata in uno dei molteplici scavi avvenuti in Egitto.
Dopo Notte al Museo 1 e Notte al Museo 2 torna nelle sale il sequel che ha fatto ridere e stupire milioni di spettatori. Levy, infatti, ci regala il terzo capitolo della saga dedicata al Museo più “pazzo” del mondo.
Il protagonista Larry, dopo alcuni anni di lavoro come guardiano notturno al Museo di storia naturale di Manhattan, si è ormai affezionato ai suoi amici di cera.
Le aperture serali del prestigioso museo e il suo rinnovo attirano il pubblico che viene a vedere le sue fantastiche attrazioni. Dopo aver subito varie restaurazioni il Museo è di nuovo pronto ad aprire: ma qualcosa va storto. Durante la serata di debutto i personaggi inanimati prendono vita ma cominciano a comportarsi in modo strano. Troppo strano.
Grazie al figlio del faraone, custode della tavola magica, Larry fa una terribile scoperta: il prezioso oggetto si sta deteriorando e sta perdendo tutta la sua magia.
L’unico che conosce i segreti della tavola di Ahkmenrah è il faraone in persona che, però, si trova al British Museum.
Larry, perciò, è costretto a volare a Londra insieme ai suoi amici per risolvere il problema prima che sia troppo tardi.
In questo nuovo capitolo non potevano mancare nuovi personaggi che rendono la vicenda più incalzante: un triceratopo, un serpente a nove teste e soprattutto un coraggioso Ser Lancillotto che non renderà vita facile ai nostri amici e che cercherà di mettere i bastoni fra le ruote a Larry.
In tutto questo trambusto il protagonista dovrà anche fare i conti con la propria vita privata e con il figlio Nick che vuole “spiccare il volo” per seguire i suoi sogni.
La pellicola segue un andamento lineare, ricca di effetti speciali e traboccante d’intrattenimento a stelle e strisce.
La sceneggiatura non lascia mai a bocca aperta, la trama è scontata e i dialoghi non sono brillanti come nelle precedenti opere cinematografiche.
Il cast è formato da attori fantastici, primo fra tutti un Ben Stiller che, come sempre, non ci delude mai. Ben apprezzato è anche il grande Robin Williams che, prima della sua scomparsa, ci ha voluto regalare 97 minuti di risate.
Alla fine del film, l’ultima nota ci lascia un brivido di malinconia: la dedica finale a Robin “Teddy Roosvelt” Williams, che in Notte al Museo 3  interpreta il suo ultimo personaggio.
Voto: 6,5.








domenica 25 gennaio 2015

BIG HERO6




Uscita nelle sale: 18 dicembre 2014
Genere: animazione, azione, commedia, fantascienza
Regia: Don Hall, Chris Williams
Durata: 108 min

Con la Disney non si rimane mai a bocca asciutta. Questo è poco ma sicuro. Big Hero6 ne è la conferma. La storia parla di un piccolo genio della robotica chiamato Hiro Hamada che usa la sua intelligenza per partecipare alle gare clandestine di robot nella città immaginaria di San Fransokio. Rimasto orfano all’età di tre anni vive con sua zia, che gestisce una piccola caffetteria, e suo fratello Tadashi. A differenza sua, egli sfrutta il talento per poter aiutare il mondo a diventare un posto migliore. In compagnia di quattro colleghi molto strambi della San Fransokyo Tech, Tadashi manda avanti le sue ricerche. Tra queste vi è il progetto per il quale il giovane va più fiero: un pacifico robot operatore sanitario completamente di vinile bianco di nome Baymax. Dopo aver visitato l’Università nella quale il fratello studia, il giovane teenager vuole far parte del team di Nerd formato da Gogo, Honey Lemon, Wasabi e Fred. Per entrare, però, deve partecipare alla fiera di presentazione dei progetti d’ammissione all’istituto, dove Hiro primeggia grazie ai micro-bot in grado di dare forma a qualsiasi proiezione della mente di chi li comanda.
Purtroppo, quella sera stessa, scoppia all’interno della San Fransokyo Institute of Technology un terribile incendio nel quale Tadashi perde la vita. Hiro si ritrova così ad affrontare un lutto inatteso. Grazie alle cure e alla compagnia di Baymax, però, riuscirà ad andare avanti e a vedere la vita da un’altra prospettiva costruendo per il suo amico un’armatura che “potrebbe compromettere il suo aspetto rassicurante” e trasformandolo in un supereroe molto impacciato e “coccoloso”.
Ispirato all’omonimo comics Marvel, la nuova avventura d’animazione Disney è stato il film di apertura del 27° Tokyo International Film Festival.
Diretto da Don Hall e Chris Williams, il cartone animato è adatto sia per grandi che  piccini. Offre, infatti, qualcosa per tutti: azione, dolcezza, spettacolo, divertimento. La pellicola tratta anche di temi delicati inserendo all’interno del film una gran dose di sentimentalismo già trovato in passato in cartoni Disney come Il re Leone (con la morte di Mufasa) e Bambi. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Don Hall e da Jordan Roberts, è brillante con battute e dialoghi botta e risposta da premio Oscar.
La carta vincente? L’ibridazione tra l’estetica dell’animazione americana e quella dei cartoon giapponesi che ha dato al film d’animazione una qualità migliore. Consigliato.

Voto: 8,5.


venerdì 23 gennaio 2015

JOHN WICK




Data di uscita: 22 gennaio 2015
Anno: 2014
Genere: Azione, Thriller
Regia: David Leitch, Chad Shaelsky
Sceneggiatura: Derek Kolstad
Attori: Keanu Reeves, Willem Dafoe, Adrianna Palicki, Alfie Allen, Bridget Moynahan, Jason Isaacs, Dean Winters, Lance Reddick, David Patrick Kelly, Kevin Nash
Durata: 100 min


Sembra una persona come tutte le altre: un uomo che ha perso una moglie per una grave malattia. Un uomo che preferisce stare in disparte, senza nessun contatto con il mondo esterno, circondato solamente dal suo dolore per la morte della donna che ha amato per tanti anni, Helen. Semplicemente un uomo.
I flashback lo accompagnano nelle sue giornate riempite dall’amore per le macchine. La sua migliore amica: una Boss Mustang del 1969. L’inizio della pellicola, pieno di amarezza per il lutto appena avvenuto, vede, però, anche l’arrivo di un cucciolo di cane: l’ultimo dono che Helen fa a John per colmare il vuoto che lei gli ha lasciato dentro. John cerca di ricominciare, di andare avanti, di mettere un punto. Daisy è il suo unico spiraglio di luce.
La sua serenità viene interrotta dal russo Iosef Tasarov quando, in un giorno come gli altri, John attira l’attenzione del giovane con la sua macchina. Dopo essersi rifiutato di vendergli l’auto, il ragazzo, una notte, per puro divertimento, entra in casa dell’uomo con i suoi tirapiedi e, oltre che rubargli il mezzo, uccide il piccolo beagle e lo malmena fino a fargli perdere i sensi.
Quello che Iosef non sa è che ha fatto un errore madornale: ha disturbato la persona sbagliata. Non è tanto ciò che ha fatto, ma a chi lo ha fatto. John Wick, infatti, non è l’uomo vulnerabile che tutti vedono dall’inizio del film ma si rivela uno spietato assassino: il più grande che la malavita abbia mai avuto. 
Da quel momento il film prende completamente un altro ritmo: ti catapulta in una New York abitata da una comunità criminale nella quale il nostro protagonista è una delle più grandi leggende. Il killer più spietato. Ironia della sorte, il giovane russo è il figlio del boss che un tempo dava lavoro allo stesso John: Viggo Tasarov. Ma per John la questione è personale. L’amicizia e il passato non contano. Conta solo il presente. Accompagnato costantemente dalla sete di vendetta, Wick mette in subbuglio una città cercando di arrivare al suo bersaglio. Purtroppo la sua “missione” personale viene sempre ostacolata da un esercito di mercenari mandati da Viggo per poter difendere il suo unico figlio.
Ma niente e nessuno intimidisce lo spietato killer che, con una facilità fuori dal normale, uccide chiunque si ritrova sulla sua strada.
Chiamato l’Uomo Nero dalla gente che affolla il mondo criminale, l’attore principale Keanu Reeves, sembra essere stato creato a pennello per questo tipo di ruolo. L’azione è il suo pane quotidiano. Il Neo di Matrix si trasforma in un tipo duro, audace e implacabile che non ha nulla a che vedere con il personaggio del passato. Solo un elemento li avvicina: il vestito nero. Questa volta, però, il mantello non fa parte della divisa da “supereroe”.
Un Keanu, che con la sua interpretazione e il suo fascino, non tradisce mai, anche se il film può essere paragonato alla solita “americanata” e la sceneggiatura lascia un po’ a desiderare, priva di un plot consistente. L’unica fortuna del film? Gli attori. Sul grande schermo compare persino, nei panni di un sicario, grande amico di John, un Willem Defoe (Marcus) che, al contrario della sua performance in Spiderman, questa volta è dalla parte dei “buoni”.
In fin dei conti il film nell’insieme funziona: sparatorie, colpi di scena, adrenalina alternata a momenti di apparente calma, donano un ritmo incalzante allo spettatore, non facendo sentire il peso dei suoi 100’ di durata. La ciliegina sulla torta è la soprannaturalità del protagonista che rappresenta l’antieroe per eccellenza.
Merito di tutto questo è dei due registi Chad Stahelski e David Leitch che, mettendo in primo piano la moda del momento, ripropongono uno spettacolo che sembra faccia parte di quel filone di revenge movie anni ’70-’80. Un tuffo nel passato senza nessuna originalità.
Voto: 7,5