venerdì 23 gennaio 2015

AMERICAN SNIPER




Regista: Clint Eastwood
Attori: Bradley Cooper, Sienna Miller, Luke Grimes, Kyle Gallner, Sam Jaeger
Genere: Azione, Biografico
Durata: 132 minuti
Anno: 2014

Lo avevamo lasciamo a giugno 2014 con la nota pellicola Jersey Boys, il famoso regista e attore Clint Eastwood che, nel primo giorno dell’appena arrivato 2015, ci stupisce con un altro grande film: American Sniper. Il tema, però, è completamente diverso. Amante della musica ma anche dei grandi effetti speciali, Eastwood ci ha saputo regalare nuovamente un cult della storia del cinema. 
Tratto dal libro autobiografico “American Sniper: The Autobiography of the Most Letal Sniper in U.S. Military History”, il film omaggia uno dei più letali cecchini d’America: il Navy SEAL Chris Kyle. 160 uccisioni da lunga distanza, una taglia da 200.000 dollari sulla sua testa, 4 anni in Iraq: questi i numeri che lo resero una celebrità negli annali militari americani e agli occhi del suo Paese. 
Il regista porta sui grandi schermi un patriottismo da premio Oscar distinguendo nettamente un Bene e un Male: da una parte l’America, il Paese dei sogni; dall’altra i terroristi guidati da Al-Qaida. Un’America ideologicamente schierata che trasforma American Sniper in un film  politicamente schierato. 
La storia di Chris Kyle (interpretato da Bradley Cooper) comincia con il suo arruolamento dopo aver visto in televisione le immagini di un attentato. Proprio in quel momento il giovane abbandona il suo desiderio di diventare un cowboy per poter difendere la propria patria. 
Si arruola, diventa un cecchino, si sposa e diventa padre. Questa la sua vita molto simile a quella di tante altre persone che durerà fino all’11 settembre 2001. Il crollo delle Twin Towers lo farà risvegliare da un bel sogno facendolo tornare alla realtà. Da quel giorno il suo percorso cambia completamente: piegato di fronte alle volontà del suo Paese va in guerra in Iraq per sterminare il nemico che ha voluto affrontare gli Stati Uniti d’America. 
A 30 anni Kyle abbandona la famiglia quattro volte per poter proteggere i suoi commilitoni  e per andare a combattere in un Paese nemico. Grazie al suo coraggio gli verrà attribuito il soprannome di “Legend” (“Leggenda”). La sua reputazione non cresce però solamente tra gli amici ma anche tra i nemici che metteranno una taglia da capogiro sulla sua testa e che gli conferiranno un soprannome: “Il Diavolo di Ramadi”. 
Le battaglie che il cecchino deve combattere non sono solamente in Iraq ma anche nella vita privata: egli, infatti, cerca di essere un buon padre e un buon marito provando ad essere presente nella vita delle persone che ama nonostante si trovi dall’altra parte del mondo. Kyle, però, preferisce la Patria a quest’ultima, che viene messa sempre in secondo piano. Anche quando si ritrova a casa dopo le sue missioni non riesce a non pensare ai compagni che ha lasciato in Iraq e che non è riuscito a salvare: « Te lo devo dire: non ti ricordi di quelli che hai salvato. Non ti scordi di quelli che non hai salvato… Sono proprio quei volti e quelle situazioni che faranno parte di te sempre ». 
La pellicola, inizialmente rifiutata da Spielberg, andò a finire, in seguito, sulla scrivania di Eastwood che, appassionatosi della storia, la prese sotto la sua ala protettrice facendone un concentrato di sentimenti, emozioni, caos, orrore. «Ho girato vari film che raccontano storie di guerra”, dice il regista/attore, “ma questo è stato molto emozionante per me perché racchiude sia le missioni di guerra di Chris, che molti aspetti della sua vita personale che lo rendono ancora più interessante. Il film mostra come la guerra possa segnare una persona e metter anche delle forti pressioni su tutta la famiglia. Fa bene ricordare cosa ci sia in ballo quando le persone vanno in guerra e rendersi conto del grande sacrificio che comporta. Per questo motivo ho creduto che potesse essere una storia molto importante da ricordare».  A raccontare il passaggio di mano del film è lo stesso Bradley Cooper: «Jason Dean Hall aveva appena finito di scrivere la sceneggiatura, tutto era pronto, ma non avevamo un regista. Poi è arrivato Spielberg. Ci siamo visti diverse volte, abbiamo discusso del film, degli altri interpreti che mi avrebbero affiancato, ma dopo Steven si è fatto da parte, una scelta che ho rispettato. Insieme alla Warner Bros, abbiamo deciso di affidare la regia a Clint ed il gioco è cambiato completamente».
Dopo aver passato quattro anni frenetici e aver vinto le sue battaglie personali e nel lavoro Chris Kyle morì assassinato in Texas in un poligono di tiro dove abitualmente si allenava. Ad ucciderlo un suo commilitone che soffriva di disturbo post traumatico da stress. Una fine tanto ironica quanto tragica. 
A fare da cornice allo scenario di guerra e pace della vita dello sniper più onorato d’America  (due medaglie d’argento, cinque di bronzo e altre tre dal corpo dei Marine degli Stati Uniti) vi sono località abbandonate da Dio e una colonna sonora che calza a pennello nello scenario che perennemente ci si presenta davanti agli occhi. 
Con questo film ritroviamo un Eastwood che non cade mai nella banalità, anche se analizza temi già trattati in passato come la violenza e la giustizia che inesorabilmente si intrecciano tra loro. 
L’interpretazione del protagonista, inoltre, potrebbe portarlo alla sua terza nomination all’Oscar consecutiva dopo quelle per Il lato positivo e American Hustle. 
Un tema, quello affrontato in questi 132’, che rappresenta la storia universale di tutti i reduci di guerra “obbligati” a passare da territori in cui si combatte una guerra senza pietà alla propria casa nella quale si ricomincia “la vita di tutti i giorni”. L’analisi interiore e complessa di Chris Kyle unita alla sua storia ha fatto sì che milioni di americani rimanessero “incollati” ai grandi schermi senza sentire la pesantezza del lungometraggio. In Italia l’uscita del film è prevista per il 1° gennaio. Un buon modo per inaugurare il 2015. 
Voto: 10








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