venerdì 23 gennaio 2015

LA TEORIA DEL TUTTO




Regista: James Marsh
Durata: 123 minuti
Anno: 2015
Attori: Eddie Radmayne, Felicity Jones,Charlie Cox,Emily Watson, Simon McBurney
Genere: Biografico, Drammatico, Sentimentale



“Non devono esserci limiti agli sforzi dell’uomo; finché c’è vita c’è speranza”. Una grande frase che pur nella sua brevità descrive un grande uomo: Stephen Hawking.La teoria del tutto, uscito nelle sale italiane il 15 gennaio di quest’anno, vede come protagonista il cosmologo britannico al quale viene riscontrata una grave patologia all’età di venti anni: la malattia del motoneurone. Nonostante ciò Hawking la combatte e ne esce vincitore senza cercare di curarla ma accettandola e riuscendo a conviverci per tutta la sua esistenza. Condannato all’immobilità, il professore fin dalla sua adolescenza ha due grandi fortune: la sua mente brillante e Jane Wilde, la donna che si addosserà il fardello della sua battaglia personale. Il malessere fisico, però, non vieta al giovane di portare avanti le sue teorie che in seguito gli daranno molta fama e notorietà nel mondo scientifico. Un grande traguardo per un uomo al quale gli erano stati diagnosticati solamente due anni di vita.
La pellicola racconta la storia del cosmologo senza sottolineare la drammaticità della sua situazione ma mettendo in risalto le sue vittorie personali sia in famiglia che nel campo della scienza: padre di tre fantastici figli, marito intelligente, professore eccellente. Stephen non si scoraggia di fronte a nulla, anzi: “scavalca l’ostacolo” con la sua sedia a rotelle pronto ad accettare nuove sfide.
Il film si apre con un Hawking pieno di entusiasmo, in buona salute, felice. Sempre circondato dai suoi compagni dell’università di Cambridge, amante della musica di Wagner e perennemente con il bicchiere in mano, egli si gode la sua gioventù spensierata e riempita solamente da numeri ed equazioni. Il suo unico tarlo: l’argomento da affrontare al dottorato. L’incontro con Jane, a una festa organizzata dall’università, lo farà innamorare della donna che lo accompagnerà per diversi decenni della sua vita. Inizialmente molto timida si rivelerà piena di forza e di coraggio quando, di fronte alla malattia del suo fidanzato, non fuggirà ma si metterà in prima fila per stargli accanto e per incoraggiarlo comunque vada.
Dopo aver scoperto, a causa di una caduta, la grave malattia degenerativa, il professore ha un’illuminazione sull’argomento che gli servirà per conseguire il suo dottorato: il tempo. Quel tempo che si rivela sia suo amico, sia suo nemico. Molte sono le domande che si pone sull’universo: quando ha avuto inizio, quando finirà, cosa si trova tra questi due punti. Ovviamente la tesi brillante presentata ai suoi insegnanti lo spingerà a portare avanti le sue ricerche, prima teoricamente, poi con la pratica e la dimostrazione. Celebre la frase: “Dimostrerò con una singola equazione che il tempo ha avuto un inizio. Non sarebbe grandioso professore? Un’unica, semplice, elegante equazione per spiegare tutto”. Si, sarebbe fantastico. A Brief History of Time (Breve storia del tempo) è l’opera scritta da Steven Hawking nella quale la sua idea prende forma; nella quale la teoria del tutto è dimostrabile. Il suo celebre libro ha venduto più di 10 milioni di copie in tutto il mondo e lo ha fatto diventare ciò che è oggi all’età di 72 anni: un faro di speranza per tutti.
Il regista James Marsh e lo sceneggiatore Anthony McCarten oltre che mettere in scena le sue difficoltà private e la sua carriera mettono in primo piano la grande storia d’amore che diventa il fulcro della narrazione. Nonostante Hawking abbia avuto una vita “sfortunata” la pellicola ci mostra la vera forza che ha portato a braccetto il protagonista per 25 anni della sua vita: l’amore di Jane. La dimensione umana del cosmologo sovrasta lo schermo.
Il “dramma” che affligge coloro che lo circondano sembra non toccare l’astrofisico che rimane un eterno ottimista.
La presenza dei primi e dei primissimi piani ci fa notare ed apprezzare il personaggio principale, interpretato da Eddie Radmayne, candidato a un premio Oscar come miglior attore. Con la sola espressione del viso, il movimento delle mani e il semplice battito delle palpebre, Radmayne regala emozioni da brividi.
L’alternanza di brevi momenti ironici a scene drammatiche impone un ritmo incalzante, a tratti melanconico, che ci fa apprezzare l’opera cinematografica in tutta la sua vastità.
Assolutamente da vedere.
Voto: 9









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